“Ride like a hero”: non poteva essere scelto un claim più azzeccato per la Gran Fondo Il Lombardia, perché scorrere con gli occhi l’albo d’oro de Il Lombardia (o del Giro di Lombardia, per usare la definizione classica della corsa) significa passare in rassegna la storia del ciclismo, attraverso i suoi più grandi interpreti.
Praticamente tutti i grandi campioni che hanno segnato le diverse epoche delle due ruote hanno iscritto il loro nome tra quelli dei vincitori della Classica delle foglie morte, a partire da Giovanni Gerbi, vincitore della prima edizione nel 1905. Quattordici anni più tardi, la prima delle tre vittorie di Costante Girardengo, che lasciò poi spazio a gloria ad Alfredo Binda, autore di un poker tra il 1925 e il 1931.
Non manca il nome di Learco Guerra, né quello di Gino Bartali, capace di imposi tre volte dal 1936 al 1940.
Il dopoguerra si aprì nel segno di Fausto Coppi, unico ciclista capace di imporsi ben cinque volte, per poi lasciare spazio alle imprese di Rik Van Looy, Gianni Motta, Franco Bitossi e degli eterni duellanti Felice Gimondi ed Eddy Merckx, che a Il Lombardia vantano due successi a testa.
Grandi firme anche negli ultimi anni del secolo scorso: da Francesco Moser a Giuseppe Saronni, da Bernard Hinault a Sean Kelly, senza dimenticare Moreno Argentin e Laurent Jalabert. Curiosamente, non sono mai riusciti a conquistare Il Lombardia due campioni lombardi del calibro di Claudio Chiappucci e Gianni Bugno. Due eccezioni che confermano la regola.
Negli ultimi anni il prestigio de Il Lombardia si è ulteriormente arricchito, annoverando tra i suoi vincitori Damiano Cunego (l’ultimo capace di vincerne tre edizioni), Paolo Bettini, Philippe Gilbert e, per arrivare alla stretta attualità, Vincenzo Nibali, trionfatore nel 2015 e lo scorso anno.