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Il villaggio della Gran Fondo Il Lombardia è appoggiato sul lungolago del centro di Como, in un’area che va grossomodo dal circolo Canottieri Lario al Tempio Voltiano.

È sviluppato in lunghezza, parallelamente alla sponda lago, in modo da creare una sorta di via pedonale dedicata all’evento lungo la quale si trovano il palco, il maxischermo e gli stand di tutti gli sponsor: Banca Ifis, Bianchi, DMT, Castelli, Pirelli, Enel, Namedsport, Shimano e Bike-room.

Il villaggio è stato aperto alle 9:30, alle 10 era già a regime e alle 12:30 il via vai di persone è ininterrotto, aiutato anche dalla bellissima giornata di sole che ricorda più un sabato di fine agosto che di inizio ottobre.

Le persone scorrono, chi va a prendere il pacco gara, chi si ferma agli stand per controllare le ultime novità uscite sul mercato e fare qualche acquisto, chi dopo aver fatto questo e quello si ferma al bar di fronte, chi semplicemente si gode il sole, il lago e nel frattempo aspetta l’arrivo della gara dei professionisti, il cui arrivo è fissato poche centinaia di metri più in là.

Perché è questo il bello, uno dei motivi per cui millesettecento persone si sono iscritte a quest’evento: oggi qui gareggiano i pro, i migliori del mondo, e domani, sulle stesse strade (o quasi) correranno gli amatori, le persone comuni, tutti noi.

Così qualunque appassionato di ciclismo può provare l’emozione di scalare le terribili rampe del Muro di Sormano, con le sue scritte sull’asfalto che indicano ogni metro di dislivello guadagnato e da guadagnare, e poi una delle salite più antiche e leggendarie del ciclismo, il Ghisallo, con la sua chiesetta in cima e il suo famosissimo museo della bicicletta.

Alle 15:30 il maxischermo ha iniziato a mostrare le immagini di gara (gruppo ancora molto numeroso, in attesa del gran finale con San Fermo della Battaglia, Civiglio e poi ancora San Fermo della Battaglia, prima dell’arrivo di Como) e l’attesa si è fatta più viva, rarefatta e densa assieme: un po’ meno persone lungo la via degli stand, molte di più a seguire la gara, a pronosticare chi scatterà e quando e come.

Quando Pogačar è scattato sul Civiglio c’è stato un boato, come se tutti non aspettassero che quello, come se quello fosse il vero inizio de Il Lombardia, e da lì non c’è più stato un attimo di tregua.

Le persone guardavano i campioni sullo schermo, aspettando di vederli dal vivo all’arrivo, e chissà se nel frattempo non pensassero alla propria fatica di domani, chissà se quel tifo così acceso per i corridori più forti del mondo non fosse amplificato dal sapere che il giorno dopo, a pedalare su quelle strade, ci sarebbero stati loro.

Quando Tadej Pogačar è arrivato a braccia alzate sul lungolago tutti, ma proprio tutti – anche gli addetti agli stand, anche i camerieri del bar di fronte – sono esplosi in un applauso, per celebrare un atleta eccezionale che per la seconda volta consecutiva si è imposto nell’ultima Classica Monumento della stagione.

Lo stesso applauso che si meriteranno domani i millesettecento iscritti della Gran Fondo Il Lombardia, considerando anche un fattore non trascurabile: domani questo scampolo d’estate finirà e ad accompagnare i partecipanti, a quando pare, arriveranno l’autunno e la pioggia.

Ma andrà bene lo stesso, perché dopo tutto siamo qui per questo, per goderci tutti assieme la Grand Fondo delle Foglie Morte.